Capranica Prenestina

 

 

Capranica Prenestina, a 915 s.l.m, è un paese dei Monti Prenestini che, poco conosciuto rappresenta una notevole riserva di verde per la presenza di vaste pinete, abetaie boschi di faggio,castagno e querce. Situato in un piacevole e tranquillo paesaggio, Capranica Prenestina è una meravigliosa meta turistica che consente, a soli 50 chilometri da Roma,soggiorni distensivi e rilassanti .Il piccolo borgo è arroccato con le sue casette e le sue stradine ripide e silenziose.

Il museo civico naturalistico;

Il Museo Civico Naturalistico dei Monti Prenestini, inaugurato il 16 giugno 2001, è inserito nell’Organizzazione Museale Regionale (O.M.R.), nel Sistema Museale Tematico RESINA ed ha ottenuto il Marchio di Qualità, riconoscimento premiante per i servizi culturali museali di qualità. All’interno del Museo è stato creato un giardino laboratorio con piante e animali del luogo, osservabili nel corso della loro crescita del loro sviluppo, della loro integrazione. Questo centro di eccellenza, in costante attività, si propone come punto di riferimento ideale per le escursioni nel territorio, attraverso una sentieristica specializzata ed appositamente attrezzata.

La chiesa di S .Maria Maddalena;L’attuale chiesa, dedicata a Santa Maria Maddalena, è frutto di varie ricostruzioni, ma conserva ancora intatta la testimonianza della sua prima fase costruttiva nel campanile, risalente alla prima metà del XV secolo, fatto erigere da papa Martino V (Oddone Colonna). Esso è alto 17 metri, a pianta quadrata, con tre ordini di finestre, bifore nel primo e nel secondo e monofore nel livello terminale, dove sono collocate le campane. La copertura del campanile è schiacciata e coperta con coppi. La torre campanaria risulta di diverso orientamento rispetto alla chiesa e ciò fa presumere l’esistenza di una costruzione diversamente orientata rispetto a quella attuale .L’elemento dominante della chiesa è l’imponente cupola definita dal Bossi come “l’elemento più bello e caratteristico” dell’edificio. E’ una costruzione rotonda, a doppia calotta, traforata da un elegante loggiato costituito da sette arcate il quale lascia un passaggio di circa un metro. Dall’arcata centrale, nel lato posteriore della chiesa, sporge un balcone a guisa di tabernacolo, costituito da due colonne corinzie che sorreggono una trabeazione. Le altre arcate si adornano di una trifora ad omega, del motivo della cosiddetta serliana, costituita da due colonne intermedie (corinzie e doriche) che portano gli architravi terminanti in alto le aperture laterali e l’arco dell’apertura mediana e concentrica agli archi è tutta una serie di fori rotondi che formano una corona .La parte inferiore della trifora è occupata da un davanzale a balaustra che corrisponde ai piedistalli delle colonne e che appoggia su di un robusto cordone di pietra. In alto il loggiato termina con una forte cornice a mensole

 

La chiesa rurale della Madonna delle Fratte; E’ questo il Santuario dedicato alla Madonna delle  Fratte: semplice e rozzo nella sua linea architettonica,  costituisce, tuttavia, il centro della devozione mariana  capranicense. Apparentemente, la piccola chiesa  potrebbe sembrare priva di ogni interesse storico;  all’incontro v’è da ritenere che tra le sue vecchie pietre  sia nascosto il silenzio di oltre quattro secoli.

L’antico tempietto, nella sua parte originaria, è di epoca assai remota, presumibilmente  della prima metà de secolo XVI, Originariamente dedicato a S. Leonardo, venne successivamente intitolato alla  Madonna delle Fratte.

La chiesetta venne restaurata ed ampliata intorno al 1741;  L’antica Sacra Immagine,  mutilata a seguito degli eventi bellici del 1944, venne  nuovamente dipinta su tavola dal prof. Giovanni. Battista Conti di Roma nel 1947 e  collocata nell’odierno santuario l’11 aprile dello stesso anno

Il 3 settembre 1971 , a seguito di  raschiature praticate sulla parete di fondo del tempietto, è venuto in luce un antico  affresco, di cui è rimasto solo un frammento, che ritrai l faccia del Bambino Gesù in  atteggiamento di abbandono sul petto della Vergine Madre.

             San Rocco con il cane e il pane

In tutta l’iconografia san Rocco, è rappresentato con il cane Oreste o Reste.Reste è di una generosità inarrivabile perché dalla sua bocca porge a san Rocco un piccolo pezzo di pane, un panino. In tempo di peste e carestia Reste, secondo il racconto, addirittura ruba il pane dalla tavola del nobile Gottardo Pallastrelli, padrone della muta alla quale il cane appartiene, e lo porta a san Rocco capovolgendo la regola secondo la quale è l’uomo che dà da mangiare all’animale.
Il nobile Gottardo, incuriosito dal modo di fare di Reste, scoprirà san Rocco e ne resterà a sua volta affascinato tanto da diventarne discepolo. Il rapporto tra Reste e san Rocco evidenzia l’illimitata santità di Rocco che avvolge il creato e tutte le forme di vita.

Il palazzo Baronale: l’attuale palazzo sorge su antiche preesistenze di cui ancora si conservano testimonianze nella struttura interna, . Alcuni ambienti del primo piano, tra cui la cosiddetta “legnara”, mostrano, nelle mensole lignee che sorreggono i travi e nella porticina , di appartenere ad una costruzione più modesta , E’ invece al secondo-terzo decennio del XVI secolo che vanno riferite le finestre che rivelano la pura arte del medio rinascimento e che, nell’adozione delle mensole a voluta sorreggenti le cornici aggettanti, si richiamano direttamente all’opera di Donato Bramante , al quale del resto ci si riferisce anche per il progetto della cupola di Santa Maria Maddalena. Con la seconda fase costruttiva ci fu il completamento del Palazzo: venne edificato un terzo ordine di finestre , si definì il grande ingresso a bugnato sormontato dal balcone e si eseguì la bugnatura negli spigoli laterali e nella costruzione della gradinata di accesso. All’interno si costruì lo scalone ed il grandioso salone rettangolare. Addossata all’antico palazzo, è visibile la costruzione, tozza e robusta, di una torre di epoca incerta, eretta tra i sec. XVI e XVII. Il Palazzo conserva all’esterno la sua nobile struttura cinquecentesca, elegantemente articolata tra fitta tessitura calcarea bianca e membrature chiaramente definite mentre all’interno si presenta quasi totalmente ristrutturata.

La tradizione a tavola:

I piatti caratteristici del menù di Capranica Prenestina debbono il loro successo ai prodotti che si trovano in natura nella zona dei Monti Prenestini: funghi, cicoria, ricotta, castagne, ecc. Provate a richiedere alcuni piatti con il curioso nome locale che affianca la traduzione italiana! Innanzitutto gli antipasti: salsicce, prosciutti e formaggi di pecora e di capra fatti a mano dai contadini e dai pastori. I primi piatti: la polenta di farina di granturco, gli gnocchi, le fettuccine fatte a mano condite con un delizioso sugo di funghi porcini, i ravioli con la saporita ricotta di pecora e le “lane pelose” (andremmappa), la pasta tipica locale (larghe fettuccine fatte con crusca di farina e acqua, tagliate o strappate a mano) condite con il sugo di castrato. Per i secondi piatti si va dalle salsicce locali alla brace, all’abbacchio alla “scottadito”, a tutte le carni arrostite nel forno a legna. Una particolarità della zona sono i funghi: il posto di prestigio spetta ai porcini (ammaracci), ottimi e copiosi nei boschi di Capranica, soprattutto nei castagneti, ma sarà gustoso assaggiare gli ovoli (velocce), i galletti (valuzzi), cucinati soprattutto per il sugo della pasta, i prugnoli (spinaroli), la famigliola (funghi di quercia), i prataioli (prataroli), in quantità nelle praterie e di cui quelli bianchi si condiscono ad insalata. Sotto la neve, si nasconde l’agarico geotropo (spinarolo invernale), scovato dagli appassionati che non rinunciano ai funghi neanche d’inverno.

 

Le sagre;

E’ proprio il suo prodotto più tipico, la “Mosciarella” ,la cui lavorazione si tramanda nei secoli con la forza di una scelta radicata nel tempo, ad essere  legato alle castagne. Ancora download (7)oggi si lavora la castagna facendola essiccare mediante un processo lungo, un vero e proprio rito che si ripete seguendo la tradizione antica. La Mosciarella ogni anno viene celebrata a novembre con una grande festa, in cui tutti possono assistere al processo di trasformazione della castagna in mosciarella: dalle “casette” per l’essiccazione alla compressione e la battitura.

 

GUADAGNOLO:

 Sopra un’enorme roccia calcarea  sorge Guadagnolo, centro abitato più alto del Lazio. La montagna, qui è caratterizzata da varietà botaniche così uniche, da essere inserite nella carta regionale del Lazio, fra gli ecosistemi da salvaguardare e si innalza solitaria e maestosa verso il cielo, coronata da formidabili rupi alpestri.  Il villaggio secondo una prima tesi, sarebbe infatti nato all’epoca delle incursioni barbariche, quando i romani, fuggiaschi, si sarebbero stanziati nei pressi di un antichissimo fortilizio del quale restano solo i ruderi di una torre precedente il V secolo. secondo altre tesi, invece, il nucleo originario sarebbe stato costruito dai contadini che lavoravano le terre di appartenenza dei Monaci del Santuario, come avvenne negli antichissimi Monasteri di Cassino, di Subiaco e vari altri luoghij, il nome Guadagnolo deriverebbe dai piccoli guadagni che locandieri ed osti ricavavano dai pellegrini che si recavano a visitare il Santuario della Mentorella.A metà del XII secolo, Guadagnolo, insieme alla vicina Poli, vennero ceduti da Oddone III alla celebreimages (5) famiglia Conti che ne rimase in possesso per 6 interi secoli finché, nel 1.808 passarono per eredità alla famiglia dei Duchi Sforza Cesarini e, da quest’ultima, nel 1.820, alla famiglia Torlonia. La connessione a Poli, formalizzata nel 1.826, prosegue fino al 1.930, quando con il passaggio al Comune di Capranica Prenestina, ne divenne una parte integrante che, dall’alto della sua collocazione, contribuisce ad impreziosirne il territorio e ad arricchirne il patrimonio storico-artistico.Proprio sulla sommità del paese si ergeva infatti l’antica Chiesa di S.Giacomo Apostolo a pianta rettangolare, divisa da due archi a tutto sesto, con il soffitto a cassettoni verdi e rossi al cui interno, era collocato un’affresco cinquecentesco rappresentante la Madonna, S.Sebastiano ed altri Santi. Purltroppo nel 1.950, nonostante le richieste di restauro da parte della comunità di Guadagnolo all’ora governo, il decadimento prodotto dalla pioggia e dall’umidità, ne determinò il crollo. Successivamente fu costruita una nuova Chiesa dedicata a San Giacomo Apostolo situata all’entrata del piccolo borgo prima di arrivare nella principale piazza detta un tempo del SS. Salvatore.L’opera di maggiore pregio storico-artistico, resta  comunque il Monumento al Gesù Redentore sorto  su proposta dello storico Monsignor Giuseppe  Cascioli per opera dello scultore Raffaele  Zaccagnini, che lo eseguì in pietra locale, Inaugurato  nel 1.903, già nell’immediato dopoguerra, il  monumento era in pessime condizioni. Nel 1.921 la  testa della statua, abbattuta da un fulmine, venne  conservata sulla base della stessa, nella cappelletta

 

Il santuario della Mentorella;

Sulla cima di una rupe che cade a picco sulla valle di Giovenzano sorge il Santuario della Mentorella. La chiesa, dedicata alla Beata Vergine, si dice che sia stata edificata dall’imperatore Costantino e consacrata da papa Silvestro I. La leggenda intorno alla nascita della chiesa è, come accade spesso, intrecciata alla realtà storica dell’epoca e si arricchisce di fascino e mistero. Il nome Mentorella ha, secondo gli studiosi, diverse origini, tra cui riportiamo le due più plausibili: dalla Torre Morella, fortilizio altomedioevale non più esistente; dal generale goto Wult, che convertitosi al Cristianesimo a Montecassino si ritirò successivamente in questo sito, che da lui trasse il nome il Wultvilla, volgarizzato, attraverso vari passaggi , in Vulturella e poi Mentorella. La storia del sito si accompagna con quella di Guadagnolo; il Santuario fu proprietà dei Monaci di Subiaco fino al tardo secolo XVI, quando lo lasciarono e ad essi subentrarono i Gesuiti. Diversi gruppi vengono  per passare la giornata in preghiera e meditazione approfittando  dell’aria buona e del silenzio che aiuta a stare tra le braccia della  Madre e ricaricarsi per affrontare la vita, tornando a casa pieni di  pace e della Grazia di Dio. Sono stati realizzati diversi restauri  della chiesa e della struttura del convento con i servizi nuovi per  meglio servire i pellegrini. Il Santuario è stato Durante il Grande Giubileo del 2000 la mèta dei  diversi pellegrinaggi giubilari delle parrocchie, vari gruppi religiosi e laici, le associazioni di  vario genere. Il tempo del Grande Giubileo è stato, come 100 anni fa, di aiuto nella  preparazione del Centenario dell’Incoronazione della statua della Madonna delle Grazie  della Mentorella.

Tradizioni

Nel paese di Guadagnalo è ancora molto praticato l’allevamento di bestiame come : mucche,pecore e capre.  Il latte derivato da questi animali viene ancora oggi trasformato a mano ,in ricotte e formaggi dai vecchi pastori.

LE SAGRE

La lumaca è un mollusco dotato di carni tenere, con pochi grassi e con un livello proteico analogo a quello del pesce. Le lumache rientravano già nell’alimentazione umana ai tempi dei romani ed erano sicuramente utilizzate anche durante l’epoca medievale. La convinzione che le lumache siano difficili da digerire è legata in realtà alle salse e agli intingoli che vengono utilizzati abitualmente per prepararle; di per sé, infatti, la loro carne non presenta problemi di digestione. Prima di preparare una pietanza a base di lumache è indispensabile lavarle bene con acqua e aceto (un 20% di aceto bianco) e bollirle; una volta lessate possono essere conservate in congelatore.

Sagra della braciola di pecora;

Tradizionale braciola di pecora, cotta alla brace con legna di faggio, acero e quercia. Viene servita con un buon bicchiere di vino.

 

 

 

Capranica Prenestina is a small village on the mountains Prenestini with an altitude of 915m.on the sea level. This village has many forests of beech, chestnut and oak trees. Situated in a peaceful landscape, Capranica Prenestina are of the most important tourist destinations near Rome.

The natural Civic Museum ;

The Museum was inaugurated in June 2001, it is part of the Organization Regional Museum.

Inside you can appreciated garden with local plants and animals.

Church Santa Maria Maddalena;

Dedicated to Santa Maria Maddalena, the church was built in the 15 century.

The rural church of  the Madonna delle Fratte;

This church dedicated of Madonna delle Fratte is a simple church, and it is the center of Marian Capranicense devotion.

The Barional Palace;

The present building  stands on ancient pre-existing structures of which are still preserved evidence in the internal structure.

The tradition at the table;

The particular Capranica’s menus are most know for the genuine products like: porcini mushrooms, chicory, ricotta cheese, chestnuts, considered basic ingredients for preparing tasty dishes as appetizers you can have try homemade sausages, sheep cheese made from the shepherds.

As main courses you can have polenta cornmeal and homemade gnocchi, seasoned with tomato sauce.

Festivals;

The most typical product is the “Mosciarella”: it is a country festival celebrated during the half of November. It refers to a chestnut that is dried during a long process that is refer to the  following an ancient tradition.

Guadagnolo

Is the highest mountain in Lazio where you can have an amazing new of the place. The original center was built by peasants who worked the land belonging to the Monks of the Sanctuary

The Mentorella Sanctuary;

The church, dedicated to Beata Vergine, was built by Costantino and consecrated by Pape Silvestro. The sanctuary was owned by the monks of Subiaco until the late sixteenth century, when they gave it to they Jesuits. Nowadays it is a place where you can go and pray and medidate on the meaning of life.

Taditions;

In the village of Guadagnolo is still widely practiced livestock such as cows, sheep and goats. The milk made from these animals is still turned the necessary ingredient to make ricotta and other cheese for shepherds.

Menù Capranica Prenestina

Appetizers :

Sheep cheese and typical cured meat.

First courses:

Ravioli stuffed with ricotta cheese and spinach: fresh pasta seasoned with tomato meat sauce.

Fettuccine with local porcini mushrooms.

Main courses:

Sausages and grilled steaks.

Lamb “scottadito”

Side dishes:

Sauteed chicory.

Desserts:

Red wine Donuts.

Liquors:

A large choice of varied liquors.

Wines:

“Cesanese” di Olevano

Capranica Prenestina, est située à 915 m. Sur le niveau de la mer, est un petit village des Monts Prenestini. Capranica Prenestina est une belle destination touristique près de Rome avec des séjours apaisants et relaxants.

Le musée civique naturel;

Le musée civique naturel des Monts Prenestini, Ouvert le 16 juin 2001,  est inséré au sein de l’Organisation des Musée Régional (O.M.R.).

À l’intérieur du musée, a été créé un jardin de laboratoire avec des plantes et des animaux locaux observés au cours de leur croissance, de leur développement et de leur intégration.

Église de S.Maria Maddalena;

L’église actuelle, dédiée à Sainte Marie-Madeleine, est le résultat de plusieurs restaurations, mais elle conserve intacte le témoignage de sa première phase de construction. Elle  est de 17 mètres de haut, avec un plan carré, où les cloches sont situées. L’élément de l’église dominante est l’impressionnant dôme défini par Bossi comme “l’élément le plus beau et caractéristique” de l’immeuble.

Eglise de Madonna delle Fratte;

C’est le Sanctuaire dédié à la Madonna delle Fratte: simple dans son style architectural est, cependant, le centre de Capranica pour la dévotion mariale. L’ancien temple, dans sa partie originale, est très ancien, vraisemblablement de la première moitié du XVIe siècle, à l’origine consacré à Saint-Léonard, a été plus tard consacré à la Madonna delle Fratte. Le 3 septembre 1971, à la suite des effacements pratiqués sur la paroi arrière du temple,  est apparue  une fresque ancienne dont nous n’avons qu’un fragment, qui répresente le visage de l’Enfant Jésus dans l’attitude de repos d’abandon sur la poitrine de la mère.

Le Palazzo Baronale;

L’édifice actuel se dresse sur des anciennes structures préexistantes qui sont encore des preuves préservées dans la structure interne. Et «plutôt à la deuxième à la troisième décennie du seizième siècle, qui devrait être des fenêtres qui révèlent l’art de la Renaissance. Avec la deuxième phase de construction il y a l’achèvement du Palais.

La tradition à la table:

Les plats typiques de la Capranica Prenestina doivent leur succès aux produits qui se trouvent dans la nature dans la région Prenestini champignons, chicorée, fromage ricotta, châtaignes, etc.

D’abord les entrées: saucisses, jambons et fromages faits à la main de mouton et de chèvre faits par des fermiers et des bergers. Les plats principaux farine de maïs de polenta, gnocchi, fettuccine fait à la main condis d’une délicieuse sauce aux champignons porcini, raviolis à la ricotta savoureuse et la «laine velue», les pâtes locales typiques (fettuccine large faite de farine et de son d’eau, à la main) assaisonné à la sauce de mouton. Pour les deuxièmes plats, allant des saucisses grillées locales, all’abbacchio les «côtelettes», à toutes les viandes grillées dans un four à bois. Une spécialité de la région sont les champignons: le lieu de prestige est le porcini (ammaracci), excellent et abondant dans les forêts de Capranica, en particulier dans la châtaigne, mais il sera délicieux pour goûter les ovules (velocce), chanterelles (valuzzi) Cuit surtout pour la sauce à pâtes, l’aubépine, la petite famille (champignons de chêne), les champignons (prataroli), en quantités dans les prairies et où les blancs sont assaisonnés de salade. Sous la neige, il est caché l’agaric géotropique (chien d’aigrette d’hiver), découvert par les amateurs qui ne renoncent pas aux champignons, même en hiver.

Festivals;

C’est seulement son produit le plus typique, “La Mosciarella”, dont le traitement a été transmis au cours des siècles avec la force d’un choix enraciné dans le temps, pui peut  être lié à des châtaignes. Aujourd’hui, ou travaille  la châtaigne séchée par un long processus, un vrai rituel qui se répète en suivant l’ancienne tradition. La  Mosciarella chaque année est célébrée en novembre avec une grande fête, où chacun peut assister au processus de transformation de la châtaignier à mosciarella: les «petites maisons» pour sécher compressif et battre.

                                                                GUADAGNOLO

Au-dessus d’un énorme rocher calcaire se dresse Guadagnolo, le village le plus haut du Latium. La montagne ici est caractérisée par des variétés botaniques uniques pour être inclus dans la carte régionale du Latium, parmi les écosystèmes à protéger et se lève solitaire et majestueux vers le ciel, couronné par formidable falaises alpines. Le village selon une premiere thèse, serait en effet né au moment des invasions barbares, quand les Romains, fugitifs, se sour refrigiés près d’une ancienne forteresse près des ruines d’une précédente tour du cinquième siècle. Le nom de Guadagnolo vient des petits gains que les aubergistes et les hôtes ont pris les pèlerins qui sont venus visiter le Sanctuaire de Mentorella.

Le sanctuaire Mentorella;

Au sommet d’une falaise qui tombe en pente sur la vallée de Giovenzano se trouve le Sanctuaire de la Mentorella. L’église, dédiée à Notre-Dame, aurait été construite par l’empereur Constantin et consacrée par le pape Sylvestre  I. Le sanctuaire appartenait aux moines de Subiaco jusqu’à la fin du XVIe siècle, quand ils sont partis et ils ont été suivis par les jésuites . Plusieurs groupes vour passer la journée dans la prière et la méditation pour  profiter de l’air et de silence.

Traditions;

Dans le village de Guadagnolo  est encore largement pratiqué l’ élevage du bétail comme les vaches, les moutons et les chèvres. Le lait dérivé de ces animaux est toujours transformé à la main pour produire le  ricotta et d’autres fromages des vieux bergers.

Fête du mouton haché;

Côtelettes de mouton traditionnelles, cuites au gril sur du hêtre, de l’érable et du chêne. Il est servi avec un bon verre de vin.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Entrée ;

Fromage de mouton, de chèvre et charcuterie typique du lieu.

 

Primi piatti ;

« Ravioli » farcis au fromage et aux épinards de mouton : pâtes fraîches, farcis avec de fromage cottage et épinards assaisonnés avec du ragoût.

 

Fettuccine au champignons porcini : fettuccine assaisonnés avec de sauce aux champignons typique.

 

Plât de resistance ;

Saucisses et steaks au barbecue.

Agneau « scottadito ».

 

Contour ;

Chicorée faire sauter.

 

Dessert ;

beignets avec du vin rouge.

 

Liqueurs ;

une large choix de liqueurs typiques.

 

Vins ;

« Cesanese di Olevano ».