Olevano Romano

Olevano Romano è un comune di 6.914 abitanti della provincia di Roma. Dista circa 50 km dalla capitale.download
Area: 26 km², L’abitato si erge sul monte Celeste al confine con la provincia di Frosinone.

Olevano, rispetto alla Valle dell’Aniene, occupa una posizione geografica del tutto particolare, diversa da quella degli altri centri che sorgono sulle alture che delimitano il lungo e tortuoso cammino dell’Aniene. Il suo territorio infatti si estende affiancato alla storica vallata, quasi disarticolato da questa, dando origine ad un proprio bacino inferiore: la Valle del Sacco. Una via di penetrazione, quindi, verso altri versanti e culture diverse. Malgrado questa configurazione morfologica, che induce ad orientarsi verso altre urbanizzazioni, Olevano, al contrario, è saldamente ancorato alla Valle dell’Aniene da antichi legami storici.

Ai piedi dell’odierno centro medievale sorgono importanti mura poligonali, costituite da grandi massi irregolari, che attestano una remota origine del paese. L’archeologo Abeken, che le descrisse nel Bullettino Archeologico del maggio 1841, rilevando la “maniera rozzissima senza minimo adoperamento dello scalpello”, con la quale sono state eseguite, le associa al carattere delle mura di Tirinto, download (1)nell’Argolide, risalenti al XIV sec. a.C. e descritte da Pausania nel Periegenis, viaggio intorno alla Grecia. Diversi scrittori le hanno invece ritenute costruite dai mitici Pelasgi, ipotizzando fantasiose origini sulla fondazione e sull’etimologia di Olevano. Oggi, pur non potendo escludere una remota costruzione delle mura poligonali in tutto il Lazio meridionale, si tende, dopo i saggi stratigrafici eseguiti in varie località, a non considerarle anteriori al VI sec. a.C..

Anche Olevano rientra quindi nel contesto storico e topografico della regione, nel periodo in cui le popolazioni degli Ernici, degli Equi e dei Volsci si fortificarono per resistere all’espansione di Roma. Le mura di Olevano trovano in tal senso una collocazione strategica affiancata da quelle di Bellegra e di Roiate; una barriera difensiva realizzata per proteggere il versante dell’Aniene dove era stanziato il popolo degli Equi. Con la conquista romana questi punti strategici furono tra i primi ad essere occupati, per la loro particolare posizione. Gli Equi vennero definitivamente sottomessi nel 304 a.C. e nel loro territorio, per testimonianza di Livio (Ad Urbe condita – X,9), venne costituita la Tribù Aniense.

Anche Olevano venne ad essa ascritta insieme agli altri centri dell’Aniene. Questa sua appartenenza risulta da un reperto archeologico assai noto, ma non sufficientemente valutato. Sempre nel maggio del 1841, l’Abeken descrisse una lapide rinvenuta in località Belvedere ed utilizzata in una vigna come tavolo, li reperto, pubblicato anche nel Corpus Inscriptionum Latinarum (Vol. XIV-XXI. 3438), reca la seguente iscrizione: M. MUNATULEIUS M.F. ANI MARCELLUS Trib. mil. A. POPULO M. MUTANULEIUS C.F. ANI MONTANUS PATER. L’importanza della lastra marmorea consiste nella parola ANI – Aniensis – che annovera i personaggi alla Tribù Aniense e trova riscontro in analoghi ritrovamenti effettuati a Trevi, Affile, Subiaco, Rocca Canterano, Saracinesco, Siciliano, Castelmadama e Arsoli. Una delimitazione geografica e politica esauriente, anche se parziale.

images (1)Del periodo romano Olevano conserva consistenti testimonianze archeologiche, segno di una avvenuta colonizzazione del territorio. Ancora ai giorni odierni, in occasione dello scavo del gasdotto, i reperti venuti alla luce sono stati numerosi e significativi. L’anno 476 segna la caduta dell’Impero Romano ed il decadimento dell’intera Italia; dopo appena 4 anni nasceva in Umbria Benedetto da Norcia, un personaggio destinato a caratterizzare le vicende storiche di tutta la Valle dell’Aniene. Olevano entrò subito a far parte del patrimonio monastico di Subiaco. Nella donazione di Teriullo, padre di Placido, diretto discepolo di Benedetto, sono compresi alcuni terreni posti nel territorio di Olevano. S. Placido rimane comprotettore di Olevano. come indica il Proprium Sanctorum della diocesi di Palestrina, fino al 1680 quando venne sostituito con S. Vittore. I beni monastici, nel territorio di Olevano, vennero gradualmente aumentando sotto la protezione di papi e imperatori. Nella bolla di Giovanni XII, dell’anno 958, e nel privilegio di Ottone I, del 976, si nomina il fundum Olibani tra i beni dei monaci di Subiaco. Nel privilegio di papa Benedetto VI, nel 973, ed in quello di Leone IX, del 1051, Olibano cum pertinentia sua sono confermati al Monastero.

Nella bolla di Pasquale II, dell’anno 1115, riportata nel Chronicon Sublacense, sinomina Olivanum cum omnibus fundis et casalibus eorum. Questa bolla attesta la potesta feudale dell’Abbazia di Subiaco sul castello di Olevano, la giurisdizione spirituale, mai contestata, rimase invece sempre al vescovo di Palestrina. Nella bolla dell’anno 1168 emanata da Clemente III ed in quella di Onorio III del 1217 il castello di Olevano è confermato al Monastero sublacense. Dopo quella data passa alla famiglia Colonna ed inizia il graduale allontanamento di Olevano dal versante dell’Aniene. Nella bolla di papa Innocenzo IV, del 1243, è ricordato Oddone de Columna dominus Olebani. Bonifacio IX lo tolse ai Colonna e lo concesse, nel 1401, a Francesco e Paolo Orsini. Nel 1411 Giovanni XXIII infeudò Giordano e Lorenzo Colonna. Alessandro VI, nei 1501, lo confiscò ai Colonna assegnandolo a Giovanni Borgia. I Colonna, dopo la morte del papa, nel 1503, ripresero il castello. Dopo la fine del XVI sec. passò al ramo , dei Colonna di Zagarolo. Con istrumento de Totis del 30 maggio 1614, il duca di Zagarolo Pier Francesco Colonna vendette Olevano al cardinale Scipione Borghese. Rimase così sempre ai Borghese che lo tennero col titolo di marchesato.

Centri storici

Il centro di Olevano Romano risale almeno all’epoca romana. Ne è testimonianza un’archeologia monumentale di rilievo: i resti della cinta muraria in opera poligonale, realizzata in grossi blocchi rozzamente squadrati in pietra locale, di epoca anteriore alla romanizzazione del territorio. imagesDiviene “castrum” nel medioevo: compare con tale appellativo in un atto di vendita, stipulato nel 1232 fra Oddone Colonna, nuovo signore di Olevano e Papa Gregorio IX (1227-1241). Risale a questo periodo la costruzione del Castello, edificato sull’alto sperone di roccia calcarea a difesa del borgo. Dopo i Colonna il feudo passò al Comune di Roma, che nel 1364 emanò gli Statuti della città, poi agli Orsini per concessione di Papa Bonifacio IX.

L’ultimo signore di Olevano fu il principe Camillo Borghese (1775-1832), marito di Paolina Bonaparte, sorella diNapoleone.

Monumenti

Olevano Romano ospitò nel sec. XIX importanti pittori tedeschi, danesi e francesi e di altri Paesi europei, pittori che lo hanno scelto come meta del loro “viaggio in Italia”. Tale esperienza veniva allora considerata indispensabile per acquisire l’abilità nella riproduzione di paesaggi caratterizzati dalla luce, dal colore e da una natura ricca di rocce e querce. Tra i primi ad arrivare il pittore tirolese Joseph Anton Kochdownload (3), che sposò Cassandra Ranaldi. Tra tutti spiccano i nomi di Jean-Baptiste Camille Corot, che ha immortalato in splendide opere la campagna olevanese, di Friedrich von Olivier e di Franz Theobald Horny, morto giovanissimo, sepolto nella Chiesa di S. Rocco. Non lontano dal centro c’è il Museo-Centro Studi sulla pittura europea di paesaggio del Lazio, aperto sabato e domenica. Vi si trovano esposti disegni dell’800 e del ‘900, serigrafie, la donazione dell’artista Heinz Hindorf e la collezione delle stampe delle Vedute Romane di Joseph Anton Koch.

Boschi e foreste

Tra l’Aniene e il Sacco, al centro di un ampio anfiteatro formato dai rilievi Tiburtini, Ruffi, Carseolani e Simbruini, si erge il Monte Celeste.Bellegra, con le sue antiche mura ciclopiche, ne occupa la parte più alta, a 800 metri di quota: querce e castagni a Nord, vigne e oliveti a Sud.13902593_1110787515663854_1431498436542598612_nSul versante meridionale, verso il confine frusinate, si affaccia Olevano Romano. Anche qui i grossi blocchi squadrati della cinta muraria, anteriori all’epoca romana, e il castello duecentesco testimoniano il ricco passato. Il panorama è vasto, la natura ridente, la storia millenaria, il paesaggio antropico vivace e articolato. I vigneti del rosso cesanese sembrano risalire il pendio per offrire nettare agli abitanti e non sorprende che paesaggiste e pittori dell’Ottocento nordeuropeo, abbiano deciso di servirsene, incoraggiati dalla proverbiale ospitalità delle genti.

Poco più a Est, lungo le pendici occidentali del monte Scalambra, uno sperone di arenaria in posizione di controllo sulla piana latina, alloggia Roiate, con le sue mura preromane e i segni del successivo incastellamento. Ambienti e storie condivise, passati e presenti assai simili. Scorrendo le pagine delle tre amministrazioni comunali compaiono lunghi elenchi di nomi maschili: sindaci, assessori e consiglieri sono chiamati a rappresentare le istituzioni ma non riflettono la composizione demografica delle rispettive cittadinanze, costituite mediamente da un 51-52% di donne. Nel Consiglio comunale di Bellegra sono presenti dodici uomini e una sola donna; una sola donna anche a Roiate e a Olevano Romano, dove i colleghi salgono a tredici. La toponomastica ricalca questa visione androcentrica del mondo. Secondo l’Agenzia del territorio a Bellegra, su 98 strade, 17 sono intitolate a uomini e soltanto una, o forse due, a donne (santa Lucia e Tre morette?); a Roiate, con 44 aree di circolazione, 11 sono maschili e 3 femminili (santa Maria, Madonna delle Grazie, Maria Montessori); Olevano, su un totale di 118 vie e piazze, conta 28 presenze maschili e 4 femminili (santa Maria di Corte, con due intitolazioni, santa Maria Annunziata e la benefattrice Antonia Zonnino). La presenza femminile, così vitale e variegata, non trova spazio nella memoria collettiva: un pesante drappo cala, come una scure, sul passato delle madri.

Chiesa di Santa Margherita

35Nel cuore del centro storico di Olevano Romano troviamo la Chiesa dedicata a Santa Margherita, patrona del paese. Edificata nel IX secolo D.C., nel tempo, la sua struttura  è stata sottoposta a profondi restauri ed ampliamenti ed attualmente si presenta a due navate di cui una centrale. Al suo interno, sotto l’altare principale, è conservato il corpo di San Vittore ed è inoltre possibile ammirare numerose tele ad olio, recentemente restaurate. Molto particolare il suo soffitto a cassettoni quadrati e rettangolari adornati con fregi dorati.

Santuario della SS. Annunziataver-ss-annunz-olevano-rom

si trova nella parte bassa del centro storico, che rimane distaccato dal Paese e si
affaccia su una piazza pavimentata da un selciato di pietra.

 FESTE E SAGRE

 Festa di Sant’Antonio Abate: 17 gennaio, processione e benedizione di animali.

Carnevale dei bambini: martedì e giovedì grasso (per informazioni rivolgersi alla Pro Loco).

Festa dell’Annunziata: la domenica più vicina al 25 marzo; apertura del Santuario della Madonna di Colle di Maggio; processione per le strade del centro storico.

Sagra dell’olio d’oliva: ultima settimana di aprile.

Prima domenica dopo la Pentecoste (fine maggio – inizio giugno) Pellegrinaggio alla SS.Trinità: l’antica devozione alla SS.Trinità, rivive ogni anno in questo pellegrinaggio a piedi o a dorso di mulo fino al santuario alle pendici del monte Autore, nel cuore dei monti Simbruini presso Vallepietra. Il ritorno vede i pellegrini in processione, al seguito degli stendardi delle due parrocchie, con bianche infiorescenze raccolte tra i monti sul capo.

Festa di Sant’Antonio sul Monte Arcangelo: la domenica più vicina al 13 giugno.

Prima domenica di luglio  SS. Annunziata (Madonna di Colle di Maggio): un tempo celebrata il 25 marzo, è la tradizionale festa con processione al santuario appena fuori il paese. Il giorno successivo si continua con una più laica merenda tra gli ulivi del vicino Colle della Puglia, chiamata La Madonnella.

Festa di Santa Margherita di Antiochia: 20-21 luglio; festa patronale con canonica processione delle autorità civili e religiose, al seguito il busto argenteo della Santa. In concomitanza con la festa Patronale, per una settimana ad Olevano si torna indietro nel Medioevo, con la rievocazione storica medievale denominata “Dies in Castro Olibani” di costumi, mestieri, suoni, antiche botteghe e locande dell’epoca. Sfilata in costume e numerosi giochi che portano le tre Porte: Porta del Sole, Porta Su e Porta Sambuco. Tutte e tre si sfidano per la vittoria del Palio. Un appuntamento da non perdere, ha già stregato e incantato molti turisti. Intrattenimento pirotecnico.

Olevano Romano era nel medioevo un centro abitato fortificato, un castrum, all’interno del quale era possibile accedere grazie a tre porte. La popolazione, sottoposta al dominio di un signore, che con gli Statuta del 1364 divenne Roma rappresentata dalla Curia di olevano, era suddivisa in: nobiles, proprietari delle terre e cavalieri, epedites, per la maggioranza contadini, che lavoravano le terre della Curia, dei nobili o della chiesa; avevano però il diritto ad un orto e la concessione al pascolo nelle terre comuni e all’uso delle acque, cosa che garantiva a tutti un sostentamento minimo. Le fatiche quotidiane venivano sospese nei dies festivi, di cui “Dies in Castro Olibani” vuole essere una rievocazione storica. (Antiche Terre del Lazio).

Calici sotto le stelle: 10 agosto. Ad agosto si svolge anche ad Olevano Romano alici di stelle, serata enogastronomica con degustazione dei vini a cura delle Aziende della Strada del Vino Terra del Cesanese di Olevano Romano. E’ possibile la visita del Planetario gonfiabile e l’osservazione del cielo con i telescopi, con animazione, seminari di approfondimento e proiezioni scientifiche. (Antiche Terre del Lazio).

Festa di San Rocco: 16 agosto; celebrazione parrocchiale, molto sentita nel rione omonimo, sempre spunto di rivalità di campanile.

Sagra del vino Cesanese: ultima settimana del mese di agosto; la tradizionale sagra del vino ripresa dagli anni settanta, con sfilata di carri allegorici, giochi popolari, banchetti e musica in piazza. E’ comunque l’occasione annuale per il confronto delle idee, e delle bottiglie sul Cesanese.

Festa di Santa Maria della Corte: domenica più vicina all’8 settembre; altro frutto dell’antica devozione popolare per la Madonna, si celebra ogni anno attorno alla cappella del castello.

Vinnovo – Le cantine del Cesanese: seconda domenica di dicembre.

PRODOTTI TIPICI

Olevano è immerso tra vigneti ed oliveti e deve la sua fama nazionale ed images (2) internazionale soprattutto al vino. La qualità d’uva prevalentemente coltivata è il CESANESE DI OLEVANO, derivante da quella di Affile. Conformemente alla tradizione locale, il disciplinare della produzione ammette la presenza di una piccola percentuale di vitigni a frutto bianco la cui funzione principale consiste nell’innalzare il tenore di acidità e conferire maggiori profumi al vino.

L’OLIVO è parte integrante del paesaggio olevanese fin dalla notte dei tempi: olivi secolari sono la testimonianza della cultura e della download (4)vocazione di un territorio, quello olevanese, con il quale l’olio extravergine di oliva costituisce un binomio inscindibile. Leccino, Frantoio, Moraiolo e soprattutto l’autoctona Rosciola caratterizzano il territorio olevanese producendo olii extravergine di oliva dalle peculiari qualità organolettiche che si presentano alla vista di un bel colore giallo e sottili note verde; all’olfatto sono caratterizzati da eleganti note fruttate di mela bianca e sentori vegetali di erba; al gusto dai toni leggermente fruttati, morbidi ed armonici nei toni amaro e piccante.

“Tisichella”, “Spumone”, Frittelle di zucca e cavolfiore, Ventricina Olevanese, Cacciagione, Coratella, Ciambella di magro.

Pro loco

anteprima1La “Associazione Pro Loco Olevano Romano” è una associazione su base volontaria di natura privatistica senza scopo di lucro, ma con rilevanza pubblica e finalità di promozione sociale, turistica, di valorizzazione di realtà e di potenzialità naturalistiche, culturali, storiche ed enogastronomiche del comune di Olevano Romano.

 

  1. Le finalità che laAssociazione ProOlevano Romano ha come oggetto sociale sono:
  2. svolgere fattiva opera per organizzare turisticamente la località, proponendo alle Amministrazioni competenti il miglioramento estetico della zona e tutte quelle iniziative atte a tutelare e valorizzare le bellezze naturali nonché il patrimonio culturale, storico – monumentale ed ambientale, attivando ogni possibile forma di collaborazione con enti pubblici e privati;
  3. promuovere e organizzare, anche in collaborazione con gli Enti Pubblici e/o privati, iniziative (convegni, escursioni, spettacoli pubblici, mostre, festeggiamenti, manifestazioni sportive, fiere enogastronomiche e/o di altro genere, nonché iniziative di solidarietà sociale, recupero ambientale, restauro e gestione di monumenti, ecc.) che servano ad attirare e rendere più gradito il soggiorno dei turisti aOlevano Romanoe la qualità della vita dei residenti;
  4. sviluppare l’ospitalità, l’educazione turistica d’ambiente e la conoscenza globale del territorio, e più in generale sensibilizzare la popolazione residente nei confronti del fenomeno turistico;
  5. stimolare il miglioramento delle infrastrutture e della ricettività alberghiera ed extra alberghiera;
  6. preoccuparsi del regolare svolgimento dei servizi locali (interessanti il turismo) svolgendo tutte quelle azioni atte a garantirne la più larga funzionalità;
  7. collaborare con gli Organi competenti nella vigilanza sulla conduzione dei servizi pubblici e privati di interesse turistico, verificando soprattutto il rispetto delle tariffe proponendo, se del caso, le opportune modificazioni;
  8. curare l’informazione e l’accoglienza dei turisti, anche tramite la gestione degli Uffici d’Informazione previsti dalla Legge vigente in materia.;
  9. promuovere e sviluppare la solidarietà e il volontariato nonché l’aggregazione sociale, attraverso attività nel settore sociale e del volontariato a favore della popolazione della località (proposte turistiche specifiche per la terza età, progettazione e realizzazione di spazi sociali destinati all’educazione, alla formazione e allo svago dei minori, iniziative di coinvolgimento delle varie componenti della comunità locale finalizzate anche all’eliminazione di eventuali sacche di emarginazione, organizzazione di itinerari turistico – didattici per gruppi scolastici, scambi da e per l’estero per favorire la conoscenza del territorio, la cultura del medesimo anche ricollegando i valori del nostro territorio e della nostra cultura con quelli degli emigrati residenti all’estero).
  10. Per il raggiungimento degli scopi sociali sono ammesse tutte le iniziative accessorie e connesse regolarmente deliberate dagli organi statutariamente competenti.
  11. Le attività elencate potranno essere svolte instaurando forme di collaborazione con enti pubblici e privati.

 

Associazioni

Protezione Civile

imageSiamo un gruppo composto da circa trenta Volontari a disposizione della collettività e delle Autorità preposte per fronteggiare situazioni di emergenza. Siamo tutti volontari, cioè dedichiamo il nostro tempo libero gratuitamente per aiutare chi è in difficoltà o pericolo e salvaguardiamo l’ambiente. Quando ci vedi con i nostri mezzi stiamo facendo una di queste cose e ci riconosci dalla divisa fluorescente e dallo stemma.

Una storia fatta di passione

Il volontariato di protezione civile, divenuto negli ultimi anni un fenomeno nazionale che ha assunto carattere di partecipazione e di organizzazione particolarmente significativi, è fenomeno nato sotto la spinta delle grandi emergenze verificatesi in Italia a partire dall’alluvione di Firenze del 1966 fino ai catastrofici terremoti del Friuli, 6 maggio 1976, che provocò mille morti e settantamila sfollati; e dell’Irpinia, 23 novembre 1980 che provocò 2914 morti, 8848 feriti e 280mila sfollati. Si scoprì in queste occasioni che ciò che mancava non era la solidarietà della gente bensì un sistema pubblico organizzato che sapesse impiegare e valorizzare un così gran numero di volontari. Ebbe così inizio l’ascesaimage (1) del Volontariato di Protezione Civile.        Il 25 febbraio 1984 un gruppo di cittadini: Bonadonna Maurizio, Pacciani Alfredo, Pacciani Alberto, Baldi Maurizio, Caporilli Carlo, Proietti Augusto, Milana Lorenzo, De Matti Mariano, Milana Otello, Sneider Francesco, De Valeri Angelo, De Valeri Silvio e Lanciotti Edmondo, fondò ad Olevano l’Associazione Italiana Protezione Civile di Olevano Romano.                                                                                                             L’associazione, come recita lo statuto, è apolitica, apartitica e senza finalità di lucro ed ha lo scopo di divulgare con qualsiasi mezzo i principi della Protezione Civile oltre che sollecitare e collaborare con gli organi preposti per l’attivazione delle normative sulla Protezione Civile.                                                                                                                               Nelle successive catastrofi, alluvione di Alessandria del 1994, l’Associazione si è resa operativa portando soccorso alle popolazioni organizzando raccolte di materiali e fondi, da ricordare in proposito il contributo economico a favore del comune di Camino image (2)(AL) distribuito dal Sindaco a 17 famiglie; i materiali portati presso la Cattedrale di Camerino terremoto delle Marche ed Umbria del 1997. Di particolare rilevanza la partecipazione ai funerali di Papa Giovanni Paolo II – gli interventi per le esondazioni dei fiumi Tevere ed Aniene – la raccolta e consegna di materiali (tra i quali tremila litri di gasolio) ai campi di San Demetrio ne Vestini e Onna e la partecipazione attiva di 12 volontari in occasione del sisma dell’Abruzzo del 2009 – gli interventi in tutti gli incendi boschivi e non che hanno interessato il territorio comunale e dei comuni limitrofi – gli interventi per allagamenti di locali – spargimento sale in occasione di gelate, nevicate (si ricorda la grande nevicata del febbraio 2012 – la partecipazione a tutte le manifestazioni locali.                                                                             Nel 2009 in occasione dei festeggiamenti del 25° anno della fondazione, è stato costituto i Gruppo Giovani Claudio Pak ed è stato adottato il motto “NOI SIAMO CHI SCEGLIAMO DI ESSERE”  a testimonianza della libera scelta di essere e fare Volontariato.

Aziende vinicole

Azienda vinicola Damiano Ciolli

L’Azienda vitivinicola Ciolli si trova a Olevano Romano, uno splendido borgo medievale arroccato a circa 600 metri sul livello del mare sul Monte Celeste, a sud-est della provincia di Roma. Il territorio collinare e montagnoso è caratterizzato da condizioni pedo-climatiche che hanno permesso nei secoli lo sviluppo di una sapienza vitivinicola di notevole interesse qualitativo, che persiste tutt’oggi. 1L’Azienda inizia la sua attività nel 2001, quando l’attuale titolare Damiano Ciolli e il padre Costantino – eredi di una tradizione viticola famigliare di almeno quattro generazioni – convinti del grande potenziale dell’uva Cesanese d’Affile, e spronati dalla straordinaria qualità delle uve provenienti da una vecchia vigna di proprietà (messa a dimora dal nonno di Damiano nel 1953) decidono di imbottigliare la loro produzione. Le dimensioni contenute dell’azienda, che si sviluppa complessivamente per circa 6 ettari, consentono di curare scrupolosamente ogni dettaglio della produzione dalla potatura all’imbottigliamento. I vigneti – tutti di proprietà – sono situati su di una collina ad un’altitudine di circa 450 metri, con esposizione a sud e terreni dal colore rosso scuro di origine vulcanica; è qui che il Cesanese d’Affile, una delle antiche uve “alveole” romane, da sempre coltivato in queste terre, trova le condizioni ideali di maturazione. L’obbiettivo dell’azienda è fare esprimere al vino quelle caratteristiche uniche che derivano dall’interazione fra suolo, microclima e vitigno, producendo eticamente e coniugando i sapori della terra con la valorizzazione dell’ambiente, nel rispetto delle antiche tradizioni contadine.

Cirsium

cirsiumIl Cirsium, il cui nome trae ispirazione dal cardo campestre, è la nostra selezione aziendale, proveniente da un vigneto di Cesanese di Affile di circa 1 ettaro, piantato nel 1953 e coltivato ad alberello modificato in parete. Questa vigna produce naturalmente da 4 a 6 grappoli per ceppo. La vendemmia manuale avviene quando la maturazione delle bucce, dei vinaccioli e degli aromi ha raggiunto l’optimum. I grappoli vengono accuratamente selezionati, ed eventuali acini imperfetti vengono immediatamente scartati. Le uve vengono fermentate in acciaio a temperatura non superiore a 25 ° C per preservare gli aromi caratteristici del Cesanese. La macerazione dura circa 15 giorni. Dopodichè il vino viene travasato in botti di rovere francese, dove riposa sui suoi depositi fini per circa 18 mesi. Nel corso dell’affinamento vengono svolti batonages regolari. Dopo l’imbottigliamento Cirsium affina nella nostra cantina per almeno 2 anni.

Silene 

 sileneIl Silene è il vino d’entrata dell’azienda. Il nome deriva da un fiore molto comune nelle nostre campagne, il Silene Vulgaris riconoscibile dalla caratteristica forma a palloncino. E’ ottenuto da una selezione di uve Cesanese di Affile (100%) provenienti da vigneti piantati nel 1981 e nel 2002, allevati rispettivamente a cordone speronato e Guyot. La resa alla raccolta varia da 1,5 a 2 kg a seconda del ceppo (da 6 a 10 grappoli per pianta). Le uve – vendemmiate a mano quando la maturazione ha raggiunto il livello ottimale – vengono fermentate in vasche di acciaio a temperatura non superiore ai 25 °C per preservare gli aromi caratteristici del Cesanese. La fermentazione dura circa 8 giorni; dopo la svinatura il Silene affina in vasche di cemento, sui suoi depositi fini per circa un anno e dopo l’imbottigliamento riposa nelle nostre cantine per ulteriori 6 mesi.