Cave

LA STORIA DI CAVE

cave-centro-storico-2Cave sorge sul versante occidentale dei Monti Prenestini fra le loro ultime pendici e la Valle del Sacco.
Fin dai tempi più remoti la città di Cave si è caratterizzata come insediamento stabile di carattere essenzialmente agricolo, organizzato a ridosso del fosso del Rio che confluisce nella Valle del Sacco.
Cave fu uno dei più antichi castelli del medioevo nel Lazio. Fu un feudo dei Colonna(La famiglia Colonna è una storica casata patrizia romana).
Nel territorio preesistevano monasteri benedettini e piccole chiese che dipendevano dall’abbazia di Subiaco, ma i primi diritti sul territorio spettarono, per concessione del papa Stefano III nel sec. VIII, alle monache di S. Ciriaco di Roma. Nel 970 Giovanni XIII concesse in feudo alla senatrice romana Stefania, la cittàIMG_20170406_095615_395 di Palestrina nelle cui pertinenze era compresa Cave. Il paese fu feudo di varie famiglie, ma quelle più importanti per la cittadina furono gli Annibaldi ed i Colonna. I primi governarono con saggezza, garantendo tranquillità e prosperità ai cittadini, ed emanarono due importanti statuti di cui uno, del 1296, concesso da Riccardo de Militiis, è conservato nell’archivio di casa Colonna; l’altro più articolato, concesso nel 1307 da Riccardo di Tebaldo Annibaldi, è custodito dalla famiglia Orsini, e rappresenta un vero codice civile e penale capace di regolare l’intera vita cittadina.
La famiglia Colonna entrò nella realtà di Cave con Pietro Colonna, che nel 1092 IMG_20170406_204958_154sottrasse il feudo dal dominio del papa che ne era “de jure” il sovrano. Per i tre secoli successivi Cave subì varie incursioni degli eserciti papali: particolarmente disastrose furono quella del 1482, durante la guerra fra il papa Sisto V e il re di Napoli, di cui i Colonna erano alleati, e di due anni dopo, quando venne coinvolta tra le ostilità della famiglia ed il papa. Poi il Cardinal Cosenza, inviato dal papa Alessandro VI (Rodrigo Borgia) mise a fuoco la città, togliendo ai Colonna i diritti sul feudo. Cave fu di nuovo messa a ferro e fuoco dall’esercito di Paolo III che marciava contro i prenestini, quando insorsero per la soppressione dei benefici fiscali concessi loro da Martino V.
Momenti di distensione con il potere papale si ebbero sotto il pontificato di Martino V che era un membro della famiglia Colonna, con papa Giulio II che mise pace tra i Colonna e gli Orsini, e con papa Pio V che affidò a Marcantonio Colonna la flotta cristiana nella guerra contro i Turchi, risolta con la famosa vittoria di Lepanto. Importante fu il trattato di pace firmato a Cave nel 1557, col quale si mise fine alla dura guerra fra papa Paolo IV e Filippo, re di Spagna e di Napoli. Dalla fine del 1500 Cave visse un periodo di pace, con la presenza degli ordini religiosi, il fiorire delle confraternite e la costruzione delle chiese ancor oggi esistenti.

Attrattori ambientali

La cittadina di Cave, ubicata alle porte di Roma, offre delle ottime possibilità di ristoro a chi è di passaggio e qualche occasione di benessere.
Un tempo considerata meta di villeggiatura estiva per i romani, grazie alle proprietà benefiche della sue acque, ancora oggi mantiene quella tradizione grazie alla presenza dell’antica fonte Santo Stefano, una sorgente di acqua oligominerale ancora oggi a disposizione di chiunque voglia usufruirne.
Le virtù salutari della fonte – da cui trasse beneficio anche Michelangelo Buonarroti – sono storicamente conosciute, poiché la sua acqua possiede qualità terapeutiche utili nelle malattie del ricambio e nella calcolosi. L’importanza della fonte viene ricordata ogni anno con l’evento “Tre giorni alla Fonte di Santo Stefano”, durante i quali la popolazione affluisce sul posto per godere il fresco dell’ambiente, bere l’acqua della fonte, ammirare mostre di pittura e di artigianato e per assistere in letizia fino a tarda sera a spettacoli teatrali e musicali di carattere folcloristico.

Cave e l'antica fonte del benessere quadLa fonte è circondata da una natura lussureggiante, boschi di castagni e una campagna tutta intorno che fa parte del Parco naturale Villa Clementi, dove si incontrano giardini e fontane e una parte in pendio occupata da acacie, cipressi, abeti e castagni. Le persone con qualche filo d’argento nei capelli, ricorderanno certamente Villa Clementi, il bel gioiello che fino ad una trentina di anni fa impreziosiva Cave con la sua lussureggiante vegetazione. Ne era proprietaria la famiglia Clementi una delle più importanti famiglie della cittadina.
La bellezza della villa era costituita dal terreno che la circondava, di 45000 mq.
L’Amministrazione Comunale, al fine di rendere l’immenso parco ancora più accogliente ha inteso realizzare, nel rispetto più assoluto della natura, una splendida opera di costruzione (completamente in legno) del teatro comunale. Di notevole importanza artistica e religiosa è il Santuario della Madonna del Campo, “nato” da un affresco presente nell’antica Basilica Petriana. La zona ha preso il nome “del Campo” perché nel 267 A.C. fu teatro di una battaglia tra Romani e Prenestini guidati da Tito Sicinio da una parte e Volsci ed Ernici dall’altra; inoltre, nei secoli passati, fu usata come “campo” di addestramento degli armigeri posti a difesa del feudo Colonnese.
Un altro tesoro verde cavense è rappresentato dal Parco Salvo D’Acquisto, progettato nel 2008 e delimitato da una ringhiera in ferro zincato saldata in modo da riprodurre un canneto artificiale, ma l’elemento caratterizzante del progetto è la “Pergola Tecnologica” formata da tubolari gialli e lilla che si snoda per un percorso di circa 300 metri alla quale si andranno ad attorcigliare, nel tempo, dei rampicanti vegetali che cambieranno l’aspetto al parco e lo renderanno ancora più vivibile dato l’aumento delle zone d’ombra in cui sostare per riposare, leggere o semplicemente godersi l’ambiente circostante.
Consigliamo, inoltre, di visitare la Chiesa di San Lorenzo e il Chiostro della Chiesa di San Carlo Borromeo, che ospita ogni anno la serata del premio letterario “Caffè corretto” (che si svolge nel mese di giugno).
L’Oratorio di Sant’Antonio Abate conserva il Presepio monumentale, composto da nove statue di eccezionale grandezza (la più alta misura m. 4,10), tanto da essere stato considerato il presepio più grande del mondo. Ne è autore lo scultore Lorenzo Ferri, che lo scolpì nel 1948 per essere poi fuso in bronzo, su commissione dei Padri Pallottini della chiesa di S. Andrea della Valle a Roma. La fusione in bronzo non avvenne e, quindi, le statue predisposte dall’artista rimasero a Cave. Recentemente, la famiglia Ferri ha ceduto la proprietà dell’opera al Comune di Cave.
Nel 1902 fu costruito il Museo dedicato all’artista Lorenzo Ferri, che ha realizzato, tra le altre opere, il monumento dedicato a Trilussa a Roma (quartiere Trastevere) e la porta bronzea della Chiesa dell’Assunta a Cave.

Le sagre…

Rappresentazione Venerdì Santo: La Sacra Rappresentazione, che ininterrottamente il Popolo di Cave tiene viva da 135 anni, è l’Evento, certamente unico nella Città, nel quale si assiste ad una fusione perfetta di età, generazioni, classi sociali, idee politiche. Il risultato è che Cave “vive” il Venerdì Santo come fosse la migliore rappresentazione di sé stessa:

download (3)

(Rappresentazione della mostra del venerdì Santo)

Un Popolo, una Comunità, che nella sua storia ha conosciuto e conosce accese divisioni e contrapposizioni che sovente ne hanno ostacolato lo sviluppo economico e sociale, si trova magicamente e perfettamente coesa nella Processione del Venerdì Santo e nella Rappresentazione della Passione e Morte di Gesù Cristo. Ed allora è evidente che questo Sacro Evento riesce a unire persone che forse sono diverse in tutto ma che sono accomunate da qualcosa che trascende le antipatie, i rivalismi, gli esasperati individualismi; qualcosa che tutti abbiamo ricevuto in Dono, qualcosa che silenziosamente ci è stata tramandato dai nostri Avi, qualcosa che unisce la Terra al Cielo: la Fede.
imagesQuesta Tradizione è rimasta invariata sino ad oggi quando, al calar delle tenebre e dopo il suggestivo Rito della “Desolata”, i Venerati Simulacri del Cristo Morto e della Vergine Addolorata “escono” da San Carlo accompagnati dal Clero e dalle Confraternite, accodandosi al Corteo Storico già incolonnato ed in attesa, per dare compimento e maggior senso liturgico alla intera Sacra Manifestazione.

Sagra della Castagna e dei prodotti tipici locali: Da secoli la città di Cave è nota per la produzione di castagne, noci e nocciole.Ogni ultimo fine settimana di ottobre le strade e i vicoli del borgo vecchio si riempiono di gente e di angoli in cui si possono degustare oltre al frutto prelibato piatti della cucina locale, come gli “gnocchetti a sassetto” e il dolce tipico che è la “serpetta”, così chiamato dalla tipica forma ad esse.

Le chiese

Chiesa di Santo Stefano

chiesa-santo-stefano-2-caveSembra che da alcuni atti già dal 1125 nel territorio di Cave ci fosse una chiesa dedicata ai santi martiri Stefano e Sabino.. Successivamente per donazione o per acquisto la chiesa ed il convento divennero di proprietà dei padri eremitani di S. Agostino. Solo nel 1385, per volere della nuova sposa di un uomo della Famiglia Colonna, Mascia Annibaldi che venne eretta in parrocchia “regolare” per meglio conservarne l’opera spirituale e concedendo così agli Agostiniani tutti i diritti e i doveri connessi. Nel 1430 grazie a Papa Martino V venne eretta la nuova chiesa di Santo Stefano questa volta in un luogo più vicino alla cittadella protetta dalle scorribande barbariche. Così nel borgo sorse la nuova Chiesa di Santo Stefano e grazie alla nobildonna Annibaldi che donò un palazzo adiacente che i padri trasformarono in convento. Questa chiesa fu la principale del paese fino al 1572 quando poi passò l’onore alla Chiesa di Santa Maria Assunta. Nella seconda metà del settecento si decise che la chiesa non era più sufficiente a contenere i fedeli così venne eretta una nuova chiesa con la facciata che dava sul borgo. Nel 1870 non esistendo più lo stato pontificio la chiesa ed il convento divennero proprietà del ministero degli interni (attuale proprietario). La chiesa parrocchiale di santo Stefano è fiancheggiata da un possente campanile, nel quale sono situate le tre campane più antiche della città di Cave. La prima pesa circa sette quintali e misura circa 103 cm di diametro. Fu realizzata per volere dell’agostiniano fra Felice nel 1616 in onore di santo Stefano e per la pubblica utilità ovvero per scandire le ore e gli eventi più significativi della vita della comunità cristiana e civile. La seconda campana, che risulta essere la più piccola, risale al 1652 e misura cm 35 di diametro. Reca una graziosa immagine della Madonna del Buon Consiglio, patrona dell’Ordine Agostiniano . La terza campana, la maggiore, pesa circa una tonnellata e misura cm 108 di diametro. Vi è, in rilievo, l’immagine di sant’Agostino, la cui Regola osservano gli Agostiniani, per oltre sei secoli legati alle vicende di S. Stefano di Cave, e quella di san Lorenzo, patrono della città. L’ultimo, ma non meno importante, pezzo da vedere è L’Organo. Sopra la porta d’ingresso si trova la cantoria con l’organo a canne. Negli atti della visita del cardinal Spada si parla di un “organo bellissimo e ben funzionante”. Fu rimaneggiato nel 1871, come si evince da un cartiglio posto sopra la consolle. Ancora funzionante con il mantice tradizionale, presenta undici registri, con tastiera e pedaliera “a scavezza”. Purtroppo alcune canne sono state asportate, ma un’adeguata opera di restauro potrebbe renderne il bel suono ancora fruibile per le sacre funzioni o eventuali concerti, data l’ottima acustica della chiesa.

Chiesa Sant’Anatolia al Ceppo
IMG_20170406_210316_443La chiesa è situata ai piedi del centro storico, e precisamente in via del Ceppo, laddove una volta cominciava la città antica e la salita al borgo. Analizzando la struttura si può ritenere di origine medievale, anche se la parte più antica degli affreschi ancora presenti vengono datati alla prima metà del ‘400. Si tratta di un piccolo edificio ad aula rettangolare con finestre solo sul lato destro. La copertura è composta da due grandi campate con volta a crociera sorrette da due coppie di pilastri addossati alle pareti. L’altare è posto sul lato sinistro e decorato con affreschi che si estendono su tutta la parete. Gli affreschi, posti in successione, sono databili ad epoche diverse: il primo rappresenta il Redentore tra i Santi Anatolia e San Rocco del XVII sec.; di seguito l’affresco di San Carlo, purtroppo molto danneggiato, della seconda metà del XVII sec.; entro la lunetta è dipinto un affresco rappresentante gli angeli reggi-corona inizio XVII sec.; poi due Santi disposti frontalmente a figura intera in cui sono visibili solo alcuni tratti del volto del XV sec.; la Madonna con Bambino attribuita al sec. XV di scuola alatrina; a seguire San Giovanni Evangelista di inizio ‘500 di autore anonimo di influenza umbro-laziale; nella parete in fondo è riportato un affresco raffigurante il Cristo che riceve il Battesimo da San Giovanni Battista, il dipinto è attribuito ad un anonimo pittore locale della seconda metà del ‘500. Nel corso dei secoli sono avvenute trasformazioni della struttura e restauri degli affreschi spesso con metodi inappropriati. La Chiesa è stata ristrutturata ed inaugurata nel 2013

Chiesa Parrocchiale San Carlo Borromeo

download (4)Questa Chiesa risale al XVII secolo sull’antico “colle dell’Aquila”. Hanno partecipato alla costruzione della stessa Padre Antonio Salomini e quattro fratelli della famiglia Lombarda “biscia”. Inizialmente fu dedicata a S. Francesco D’assisi , poi per volere del Principe Filippo Colonna, nonché suo nipote, a S. Carlo Borromeo. La costruzione iniziò nel Febbraio 1616 ma fu inaugurata nel 1640. Nel 1703 le due scosse di terremoto provocarono diversi danni, come riportano i frati nelle loro cronache giornaliere, “spaccò li due arconi maggiori della nostra chiesa che tengono il catino, aprì la tribuna e fece altre aperture e fessure nella nostra chiesa”. Solo nel 1729 fu finalmente consacrata. La chiesa ed il convento subirono numerosi danni a causa del secondo conflitto mondiale, soprattutto a causa della vicinanza con la Villa Clementi, occupata dai tedeschi; il 17 maggio 1944, una bomba colpisce il centro del chiostro, provocando morti e feriti, frantumando tutti i vetri della chiesa e dissestando la chiesa in diversi punti, la quale verrà colpita più volte anche dai bombardamenti dei giorni successivi. Solo nel 1947 iniziarono i lavori di restauro della chiesa e del convento da parte del Genio Civile. La chiesa ha la pianta a croce latina con una sola navata a tre cappelle comunicanti per lato e con cupola all’incrocio del transetto. Alle spalle dell’altare maggiore si trova il coro ligneo semicircolare eretto dal maestro veneziano Giacomo Maschiò. Degno di nota è il crocifisso in legno del XVI secolo, da poco restaurato, ospitato nella cappella Venzi, la prima a destra dell’entrata.
Chiesa di Santa Maria “In Plateis”detta Chiesa della Cona
Agli inizi del Quattrocento edificarono un modesto edificio dedicato a Maria. In questo posto, dove presumibilmente sorgeva un “plateam militum”, un campo di addestramento per soldati (da qui il nome in plateis), era presente questo piccolo oratorio aperto dedicato alla Madonna Solo verso la metà del XVII secolo, l’oratorio fu trasformato in chiesa, prolungando le pareti esistenti e realizzando la facciata con portone centrale e due aperture laterali. L’edificio di forma rettangolare con tettoia a capanna di legno mattoni e capriate a vista è ricco di suggestivi affreschi di notevole pregio pittorico. Il presbiterio, incorniciato da arco trionfale, è coperto con volta a crociera. Di fronte all’entrata si trova l’altare maggiore, con mensa in stucco, decorata da grandi foglie e scanalature, al centro delle quali si trova la corona del martirio. Alle spalle di questa si ha l’immagine della Madonna con Bambino che nutre il piccolo, poggiata in una raffinatissima edicola in marmo della scuola romana del Trecento. Tutto il presbiterio e le pareti laterali presentano un’interessante serie di affreschi.

Santuario della madonna del Campo

chiesa-madonna-campo-2Il santuario della Madonna del Campo sorge poco distante dal centro di Cave. A questo santuario è statao dato il nome di “campo” proprio perché la chiesa si erge nel luogo dove fu combattuta la battaglia fra Romani e Prenestini contro Volsci e Ernici nel 267°. C. e dove, nel corso dei secoli si svolgevano addestramenti militari. Si suppone che qui si ergesse una chiesa antica nella quale cripta fu trovato nel 1655 l’affresco raffigurante la Madonna dedicata a Santa Sabina o San Pietro. Curiosa è la storia che racconta quest’evento .. si dice infatti che il 27 Aprile 1655 due cavalli di due carrettieri diretti a Roma si inginocchiarono davanti ad un misterioso vano. I due cavalieri scesero e muniti di lanterne entrarono in quella costruzione sotterranea. Proprio lì in un ambiente ampio a forma quadrata con muri umidi e muschi ovunque in una nicchia apparve in tutta la sua bellezza un grande dipinto della Madonna seduta su un trono riccamente decorato con in braccio Bambin Gesù. Così fu intitolata “madonna del Campo”. Susseguirono miracoli e guarigioni non comprese dalla medicina dell’epoca e in breve tempo divenne luogo di Pellegrinaggio dei credenti. Il paese passò indenne per molto tempo calamità come peste invasioni e colera. Nel 1659 l’amministrazione comunale decide di costruire un tempio dedicato alla Madonna che però non fu finito per mancanza di fondi. Solo a seguito dei terremoti del 1703 interpretati come segnali divini, venne completata la costruzione e nel 1707 fu consacrata. Negli anni successivi si intensificarono i pellegrinaggi, anche in periodi particolari come l’anno 1837, quando Roma fu colpita dal colera, e gli abitanti di Cave, che con essa commerciavano, si affidarono alla Vergine, per preservarli da tale morbo.
Promisero così di dedicare una giornata di festa alla Madonna, da celebrarsi ogni 27 aprile, compreso il giorno della vigilia, in cui si seguiva uno stretto digiuno. Nel 1880, il Cardinal Antonio De Luca, con suo decreto, proclamò la Madonna del Campo, Patrona di Cave, insieme con San Lorenzo. Purtroppo la chiesa, costruita in soli quattro anni, subì presto diversi dissesti, per molti anni si susseguirono tentativi di restauro mai portati a termine seriamente infatti rimase chiusa al culto su imposizione dello stesso Genio Civile, fino al 1924 quando, con l’importante aiuto dei fedeli ,fu demolito il soffitto tuttavia nel 1933, il Genio riscontrò ancora delle gravi lesioni e la chiesa fu di nuovo chiusa al culto. Nemmeno l’appello allo Stato, consentì di reperire i fondi necessari al restauro, fino agli anni ’50. Infatti nel 1955 la chiesa fu consacrata dal Cardinale Benedetto Aloisi Masella. La chiesa si presenta oggi a navata unica absidata, con soffitto ligneo a cassettoni degli inizi del Novecento. La facciata è a due ordini, con due campanili; nell’ordine inferiore si apre il portale centrale, incorniciato da due coppie di lesene doriche, ai lati delle quali si aprono altre due porte. L’interno, dalle linee molto sobrie, presenta a metà navata, una doppia scala, che scende fino alla cripta che conserva l’affresco della Vergine, incoronata nel 1942 con diadema d’oro e pietre preziose e ricollocato qui definitivamente dopo l’ultimo restauro del 1969/70. Alla cripta si può accedere anche dal cimitero, il quale si trova alle spalle del santuario.

Chiesa di San Pietro Apostolo

chiesa-san-carlo-borromeo-caveLungo la via di Rapello si trova l’antica chiesetta dedicata a San Pietro , consacrata da Papa Simmaco nel VI secolo d. C. Il Marianecci nelle sue memorie Cavesi ha formulato l’ipotesi che la chiesa di San Pietro possa essere nata nella contrada Campo e solo dopo la distruzione per mano dei barbari riedificata intorno all’anno mille nel borgo antico protetto dalle mura. Sostiene inoltre che la cripta, con l’immagine della vergine Maria , denominata “Madonna del Campo” , rinvenuta nel 1655 possa essere appartenuta proprio a questa antichissima chiesa. Nella lapide posta sull’architrave del portale d’ingresso si parla di un benefattore che restaurò la chiesetta nell’anno 1508. La chiesa presenta un aula unica con copertura a capriate, un piccolo altare murale sulla destra e una piccola finestra che si affaccia su Via del Fossato. La decorazione dell’interno è composta da un unico affresco sull’altare, che raffigura la Madonna del Campo, di scuola romana della seconda metà del XVII secolo.

Chiesa di San Lorenzo Martire

Risale all’anno 988 il primo nucleo della Chiesa edificato sul colle “Quadrangolo” terreno all’ora dell’episcopato di Palestrina. Si occupò della costruzione l’abate Stefano di Subiaco, che edificò accanto alla chiesa anche un piccolo Monastero Benedettino, in cui i religiosi dimorarono fino al XIII secolo. La chiesa originaria, con un aula absidata dedicata alla vergine Maria e ai Santi Stefano e Lorenzo, è stata modificata più volte nel tempo, dando vita ad un suggestivo “ecclettismo”. Le pareti interne della chiesa e della cripta a cui si accede dalla navata centrale tramite una scala a “tenaglia” sono decorate con affreschi votivi databili tra il XV e XVI Secolo . I primi ampliamenti furono effettuati nel 1093 anno in cui il vescovo scismatico di Palestrina Ugone Candido riconsacrò l’altare maggiore , ampliò la chiesa ed il convento costruendo le nuove navate laterali che determinano l’attuale aspetto di chiesa Romanica a tre navate con copertura lignea. download (5)I tre archi a sesto acuto che dividono la navata centrale da quella di sinistra sono tipicamente gotici. Nel XVI secolo , come attesta l’iscrizione del 1502 murata sul portale d’ingresso della chiesa, nuovi restauri furono compiuti da un facoltoso signore di Cave Paolo Pulani. Con gli interventi per lo più di natura muraria si andarono a tamponare le fessure di una struttura fatiscente e trascurata , oltre che a riorganizzare diversi ambienti del monastero di cui non rimane nulla e della sagrestia . Nel 1911 i successivi interventi murali operati per eliminare le parti modificate dal Pulani determinarono l’attuale configurazione asimmetrica. La chiesa rimase nel degrado fino al 1958 quando la Soprintendenza dei beni culturali di Roma decise di attuare immediati lavori di restauro. Grazie anche alla manutenzione attuata negli anni che seguirono oggi possiamo ammirare questa grande opera di indiscutibile fascino.

Mostre

Museo della civiltà contadina

ll museo è nato per volontà d’alcuni cittadini di Cave riunitisi in associazione, che si sono messi alla ricerca nelle case di campagna del territorio di Cave e altrove, oggetti ormai dismessi e abbandonati, appartenuti alle popolazioni contadine del passato. La ricerca, molto fruttuosa, consente già nel 1992 di allestire nel chiostro di S. Carlo una prima mostra degli oggetti rinvenuti. L’iniziativa fu tanto successo, da provocare una gara di spontanee offerte dei più vari oggetti da parte dei possessori, così da poter riuscire, in un tempo relativamente breve, a realizzare un vero e proprio museo. Grande interesse ha dimostrato le scuole di Cave e del territorio laziale. museo-civiltà-contadina-3Il museo della civiltà contadina è ospitato all’interno dei locali al piano seminterrato dell’ex Convento degli Agostiniani, nel centro storico di Cave, da sempre utilizzati a deposito, cantina e stalla. Il concept progettuale si è basato nella duplice finalità di: restaurare i locali dell’ex convento, caratterizzati da murature in tufo a faccia vista e da pavimenti rustici in pietrame di fiume, e nella realizzazione di una struttura espositiva in ferro su cui esporre gli elementi, gli oggetti e gli attrezzi caratteristici di un periodo storico non lontano. La struttura in ferro è costituita da elementi lineari, trattati e ossidati, incrociati tra loro, la cui sezione ad “U” ha favorito l’alloggio delle lampade e degli impianti. Gli oggetti “appesi” ricordano il sistema con cui il contadino riponeva i propri utensili o attrezzi da lavoro all’interno della propria rimessa che, solitamente ad un chiodo o ad un ferro. L’Amministrazione Comunale ha intenzione di ampliare i locali collegandoli con spazi attigui.

Museo Ferri e presepe monumentale più grande del mondo

museo-ferriDalle nostre parti a 400 mt dalla struttura si trova il più grande presepe monumentale del mondo! Per raggiungere il museo occorre passeggiare lungo il centro storico fin davanti al municipio. Una volta entrati si potrà ammirare il più grande presepe monumentale del mondo con statue alte fino a 4 metri. E la particolarità è che questa è la rappresentazione più grande al mondo. Si conta la Madonna con Gesù Bambino, San Giuseppe e tre re di cui uno in ginocchio davanti a Gesù Bambino rispettivamente, indiano, africano e assiro con i loro paggi. Otto imponenti statue che fanno parte di un gigantesco complesso monumentale che, finalmente, dal lontano 1975 attendeva questa sistemazione definitiva. Gli eredi donarono al comune di Cave questo gigantesco presepe subito dopo l’improvvisa morte a Roma di Lorenzo Ferri, assieme a molte altre importanti sue opere ma alla condizione che venissero degnamente conservate ed esposte in un museo. Così è stato fatto in queste sale ipogee dove finalmente il presepe monumentale è aperto al pubblico.
Associazioni culturali

Banda musicale

La nostra associazione Musicale Bandistica nasce dalla passione per la musica e coltiva una tradizione secolare che l’ha vista ai primi del ‘900 ricevere il 2° premio a Genova in un concorso per bande italiane.download (1)
Ha attraversato tutto il secolo scorso avvalendosi di Maestri di indubbia fama e preparazione, che hanno saputo tener viva la cultura popolare della nostra terra, arricchendo culturalmente i musicanti che si sono succeduti (operai, contadini, studenti, impiegati..) con la conoscenza e lo studio della musica lirico-sinfonica, oltre che della musica espressamente bandistica (marce militari, marce sinfoniche…).
La musica ci unisce, ci fa crescere e ci fa scoprire mondi altrimenti sconosciuti, non per ciò, tutti questi anni hanno visto la nostra associazione emergere sia in Italia che all’estero, portando così, con senso di responsabilità e amore, il nome di Cave in tutte le occasioni che si sono a noi presentate.
Il nostro spirito organizzativo ci porta a incontrare continuamente altre realtà simili alla nostra ed è per questo che siamo sempre disponibili a intrecciare nuovi rapporti, finalizzati anche ad effettuare dei gemellaggi.
A tal riguardo, abbiamo innumerevoli amicizie strette con reciproci scambi di visite, con bande musicali della Regione Lazio, ma anche bande di altre regioni come: Civezzano (Trento), Porretta Terme (Bologna), Rimini.
Tutto ciò fa da corona a ben altre esperienze che abbiamo vissuto e continuiamo a vivere in campo europeo.
La nostra prima uscita all’estero risale al 1994, nello specifico in terra austriaca, dove abbiamo stretto fraterni rapporti, che durano tuttora, con la banda musicale di Kremsmunster, cittadina in prossimità di Linz, nella quale siamo stati ospiti portando musica italiana, essendo il nostro Maestro Ambrosini Giuseppe un cultore della musica lirico-sinfonica. Grazie a questa splendida amicizia, abbiamo avuto l’onore di eseguire concerti, oltre alla Sala dell’Imperatore Francesco Giuseppe, anche a Vienna e Salisburgo. Questa non è stata l’unica occasione nella quale ci siamo scambiati visite reciproche, in quanto da lì ce ne saranno delle ulteriori fino ad oggi, e speriamo anche in futuro!
Negli anni successivi, precisamente nel 1996, la banda vedrà una seconda tournée in Ungheria , nonché il gemellaggio con la città di “Balaton Maria Furdo”, svolgendo concerti a Budapest, in alcune cittadine nei dintorni di Balaton e nella tradizionale sfilata alla festa del vino insieme a molte altre bande musicali, gruppi folkloristici, majorettes, e carri allegorici;
Nel 1997 forse la più costruttiva e splendida esperienza in Danimarca dove abbiamo partecipato al 3° Raduno Bandistico Internazionale con Concerti in diverse città danesi, in particolar modo a Roskilde e nella quale abbiamo avuto l’opportunità di conoscere diverse associazioni europee da Germania, Svezia, Svizzera, Repubblica Ceca e Slovacchia.
Diverse amicizie sono sorte anche a seguito di iniziative portate avanti dalla nostra associazione come nel 2007 organizzando un raduno Internazionale, in occasione della tradizionale “Festa del Socio”, che ha visto la partecipazione di bande provenienti da Francia, Inghilterra e Malta.
Nel 2008 la banda è stata a sua volta invitata dalla banda maltese “King George V” a Mqabba (Malta) in occasione della festa di “Santa Maria Assunta”.
Nel 2009 c’è stato il ritorno dagli ormai intramontabili amici di Kremsmunster in Austria con un nuovo concerto al Palazzo degli Imperatori
Nel 2010, grazie al gemellaggio che c’è tra la città di Cave e Cateau Cambresis (Francia), la banda ha sfilato e suonato in concerto nella cittadina francese sopra citata in occasione della festa di Saint Matthieu;
Nel 2011, una nuova tournée della banda comprende le città di Monaco di Baviera, Bad Hall (Austria) e Predazzo (Trentino – Alto Adige).
Tutte queste tournée, ci hanno dato meravigliosi ricordi di viaggi suggestivi e ci hanno portato nel cuore amicizia, facendoci conoscere nuove culture, inoltre possiamo anche dire che pian piano siamo cresciuti musicalmente soprattutto grazie alla caparbietà del nostro infaticabile maestro Giuseppe Ambrosini (effettivo della Banda Musicale della Guardia di Finanza per 40 anni, nella quale ha suonato sotto la direzione del grande Maestro D’Elia) che con spirito di abnegazione ci segue e ci insegna il rispetto per le tradizioni e per le persone da ormai quasi 30 anni.
Non va dimenticato inoltre l’instancabile lavoro svolto dai Musicanti e dai Consiglieri che si sono succeduti negli anni fin dalla nascita dell’Associazione ed hanno saputo superare brillantemente tutte le difficoltà incontrate, creando questa bellissima realtà che è la nostra banda.
Per quanto riguarda il nostro repertorio, esso comprende, oltre ai brani classici per bande, fantasie di opere quali Cavalleria Rusticana, Norma, Aida, Thurandot, Traviata ecc., nonché esecuzioni di autori quali Rossini, Biret,Verdi, Mozart, insomma siamo una banda che predilige la musica lirico-sinfo

Manifestazioni:

rievocazione storico-religiosa del venerdì santo con processione e quadri viventi (500 figuranti).
Feste patronali della Madonna del Campo (27 aprile) e san Lorenzo (10 agosto).
Giugno “Infiorata” (Corpus Domini).
Premio letterario “Città di Cave” (seconda quindicina di giugno).
Rievocazione storica (con corteo e palio) del Trattato di Pace di Cave del 1557 (secondo fine settimana di settembre).
Ultima settimana di ottobre “Sagra dei marroni Cavensi e dei prodotti tipici locali”.
Novembre in musica: santa Cecilia.

Impianti sportivi:
A Cave sono presenti numerosi impianti sportivi: una piscina privata con palestra dove sono praticabili diverse attività sportive, uno stadio “Luigi Ariola” dove gioca la U.S. Cavese 1919 in prima categoria ed il suo settore giovanile. Diversi campetti da calcetto, due campi da tennis ed uno stadio di basket, inoltre la palestra dell’Istituto Comprensivo “Via Giulio Venzi 11” ospita l’attività del Volley Cave che oltre al fortissimo settore giovanile (numerosi trofei a livello di Under 14/16/18 femminile), vanta una squadra femminile nel Campionato professionistico di B2. Nel Dicembre 2013 sono nati i Minatori Cave AFT, prima società di football americano della Provincia di Roma, che si allenano presso lo stadio Luigi Ariola.

Attrattori per il tempo libero

Parco di Villa Clementi e fonte di Santo Stefano

parco-villa-clementiIl Parco naturale Villa Clementi, realizzato nel XIX secolo, apparteneva in passato alla famiglia Clementi che era circondata da un parco di circa 45 ettari costituito sia da terreni coltivati sia da centinaia di alberi secolari di alto fusto, di ogni genere e specie. Quest’area protetta interessa il parco comunale di Cave, la villa storica, i viali alberati, le fontane e la sorgente di acqua oligominerale: la “Fonte di Santo Stefano”, una polla curativa che pare abbia giovato anche a Michelangelo Buonarroti. L’acqua sgorga da sedimenti di origine vulcanica e contiene tracce di magnesio e di calcio. Ancora oggi le si attribuiscono virtù benefiche per il trattamento delle malattie della pelle e delle infiammazioni delle vie urinarie. Durante l’ultimo conflitto mondiale, Villa Clementi, fu notevolmente danneggiata in quanto fu prima occupata dai soldati tedeschi e trasformata in autoparco e poi bombardata dagli aerei alleati. Alla fine degli anni Sessanta la quasi totalità del terreno appartenente alla Villa fu suddiviso in decine di lotti e venduti per costruirci un quartiere residenziale. L’area cambiò completamente aspetto in quanto furono abbattuti viali alberati per dare spazio ad abitazioni e strade asfaltate. Contestualmente, la famiglia Clementi donò alla Città di Cave la parte del Parco che sovrasta la strada SS155, con una parte pianeggiante adibita a verde urbano e una parte in pendio occupata da tigli, acacie, cipressi, abeti e castagni. Oggi il Parco è riconosciuto dalla Regione Lazio quale Monumento Naturale protetto assieme alla sorgente di acqua “Fonte di Santo Stefano” e insieme costituiscono il Parco Comunale di Cave a disposizione dei cittadini con un ampio parcheggio a pochi metri dai maggiori servizi della Città.

Parco Salvo D’Acquisto

Il Parco fu inaugurato nel 2008 e prende il nome dall’omonimo Monumento eretto in onore del vicebrigadiere dei carabinieri Salvo D’Acquisto nel 1989. L’area del parco pubblico, di circa 5.000 mq, è stata delimitata con una recinzione costituita da elementi in ferro zincato saldati in modo da riprodurre un “canneto artificiale”, simile a quelli che crescono spontaneamente lungo i corsi d’acqua, i fossi e i piccoli torrenti caratteristici del territorio locale. In corrispondenza dell’ ingresso al giardino, un’aiuola a forma triangolare suddivide il percorso in due: a destra la parte commemorativa, che conduce al monumento a Salvo D’Acquisto, e a sinistra la parte ludica. La pavimentazione della piazza interna è a forma di “M” stilizzata, in memoria della località “Morino”, ed è stata realizzata con resine colorate ottenute miscelando ossidi blu e rossi. Pietre calcaree bianche, definiscono lateralmente lo spazio, in gabbioni metallici o sciolte semplicemente in “aiuole di inerti”. Gli elementi di arredo maggiormente caratterizzanti sono i tubolari in ferro verniciato giallo e lilla, che si sviluppano per una lunghezza di circa 300 mt. Essi costituiscono una sorta di “pergole tecnologiche” sulle quali si attorcigliano i rampicanti vegetali e i cavidotti in rame dell’impianto d’illuminazione. Le piante di glicine, che hanno già parzialmente avvolto la struttura, contribuiscono a migliorare il comfort ombreggiando la piazza d’estate e lasciando filtrare i raggi del sole d’inverno. Anche le panche in acciaio zincato sono state realizzate secondo il medesimo stile essenziale e minimalista che caratterizza l’intero giardino. Ogni elemento istallato è stato appositamente disegnato e prodotto in esemplari unici, in officina o in cantiere.

Cave: Lo Stile Liberty che non ti aspetti

Nelle passeggiate a Cave ho potuto ammirare numerosi edifici Liberty che contribuiscono a rendere molto diversa Cave da tutte le città vicine. Le sue caratteristiche principali sono l’uso di elementi floreali in dipinti, nelle decorazioni di legno e in tutte le strutture in ferro della costruzione. Particolare da sapere per riconoscere un autentico manufatto liberty è l’assenza della moderna tecnica di saldatura. Gli edifici “Stile Liberty” possono avere facciate colorate con tinte vivaci e/o stucchi, un doppio scalone monumentale, una torretta, una terrazza e un grande giardino con alcune piante caratteristici come palme, ortensie e begonie.
Molto bello è uno dei villini di via Pio XII con una facciata giallo pallido e con una cornice tipicamente floreale, un grazioso balcone in ferro battuto che propone la stessa decorazione floreale che incornicia le finestre .

L’oca bianca

Chi siamo

Oca Bianca, antico gruppo di casali dei primi del novecento, sito a circa 400 metri sul livello del mare, offre disponibilità di pernotto in 7 comodi appartamenti termoautonomi, composti di due ampie stanze, angolo cottura e bagno; di fronte l’abitato, un’ampio giardino con spazio giochi per bambini e piscina, esclusivamente riservata agli ospiti.DSC_0060
Nel punto ristoro potrete gustare una cucina semplice e genuina, tutta a base di prodotti freschi, per gran parte prodotti e venduti dalla nostra Azienda agricola, come miele, olio, castagne, prodotti caseari, dolci.
A circa 45 km sud-est di Roma, l’Oca Bianca, offre un’ampia possibilità di scelta di escursioni e visite per ogni gusto a siti culturali e naturali, tutti facilmente raggiungibili dal nostro agriturismo.
Alle pendici dei monti Prenestini, siamo facilmente raggiungibili:

In automobile da Roma
– È possibile percorrere le consolari Via Casilina (ss 6) o Via Prenestina fino a Palestrina e poi seguire le indicazioni per Cave.
– È possibile percorrere l’ autostrada “A1 Roma–Napoli“, fino all’ uscita “San Cesareo”, seguendo le indicazioni per Palestrina e
– poi per Cave, oppure fino all’ uscita “Valmontone“ seguendo le indicazioni per Cave.
– È possibile percorrere l’ autostrada “A24 Roma – L’Aquila“ fino all’ uscita “Tivoli“, seguendo le indicazioni per Palestrina e
– poi per Cave.

In pullmann da Roma
– È possibile usufruire del servizio di Linea extra-urbano COTRAL con partenza da Roma presso le stazioni “Termini” o
– “Anagnina“ (stazione Metro “Linea A“) per Genazzano, Fiuggi.

In treno da Roma:
– È possibile usufruire del servizio Ferrovie Italiane, linea “Roma–Cassino “ e scendendo alla stazione di “Valmontone“ o
– “Zagarolo“ proseguire poi con il servizio di linea extra – urbana COTRAL per Cave.

Appartamenti
L’ospitalità è offerta in 7 appartamenti da 4 e 6 posti letto, con soggiorno, angolo cottura, bagno, frigobar e televisione, termoautonomi, tutti arredati in stile counrty.
A pochi metri dal casale, nel nostro parco è stata realizzata un’ ampia piscina ad esclusivo uso degli ospiti dell’ agriturismo.
I nostri ospiti potranno inoltre usufruire di:
• Locale lavanderia e stenditoio in comune.
• Parco giochi per bambini.
• Area barbecue e forno a legna.
• Maneggio per passeggiate a dorso

Informazioni Turistiche

Adiacente al nostro agriturismo troverete la rinomata e salutare fonte dell’Acqua di Santo Stefano, durezza 3,05 acalcica, diuretica, antigottosa, una delle più leggere d’ Italia. La Fonte di Santo Stefano venne realizzata nel ventennio fascista, beneficiando dell’ acqua le cui sorgenti si trovano a monte della fonte stessa, proprio sotto i superstiti e maestosi castagni secolari del parco di Villa Clementi, villa sorta nella prima metà dell’ ottocento originariamenteappartenuta alla locale famiglia benestante dei Gramiccia, venduta ai Clementi, utilizzata in parte dalle suore Pie Filippini come Scuola Materna dal 1938 e poi adibita ad autoparco militare durante la seconda Guerra Mondiale, donato negli anni sessanta dai Clementi al Comune che lo ha adibito a Parco Pubblico.Parte della Villa è tutt’ora rimasta alle suore Pie Filippini.
La fonte di Santo Stefano è stata ed è tutt’ora motivo di richiamo per le sue acque, che hanno caratteristiche terapeutiche.DSC_0064
Circa trenta anni fa si è anche tentata la commercializzazione di quest’acqua ma con scarso successo. L’acqua di questa fonte è oligominerale acalcica, antiurica, antilitiaca, diuretica, poco radiattiva di durezza 3,05, tra le più leggere d’Italia. Indicata per chi ha problemi di gotta, calcolosi, renella, portentosa per la cura delle infezioni alle vie urinarie, per i trattamenti disintossicanti generali, per la cura della calcolosi e della uricemia, come è possibile leggere dagli studi dei Professori Mariano Messini, Mario Talenti, Giovanni Labranca, Giorgio Lulli, Luciano Mazzanti (pubblicazione su Omnibus, articolo di Luciano Serra, Mar 23nov1969 – pag 9).

Azienda agricola

L’Azienda agricola sorge nel comune di Cave, alle pendici dei monti Prenestini. All’ inizio del secolo copriva una superficie di circa 200 ettari che sono andate nel tempo riducendosi soprattutto a seguito del conseguente espandersi del vicino paese. L’azienda copre dunque oggi 25 ettari, di cui circa 6ha adibite ad Agriturismo. Rilevante è oggi l’ allevamento di ovini, in particolare della pecora siciliana e sarda da cui produciamo, mediante mungitura manuale, latte di elevate qualità organolettiche, grazie anche all’ esclusivo utilizzo nell’ alimentazione degli animali di produzioni aziendali quali orzo, mais, fieno di medica, pascoli naturali. L’allevamento ovino si avvale della transumanza che nel periodo estivo vede i propri greggi portati sul limitrofo monte di Rocca di Cave ad una altitudine di mt. 900 s.l.m. Alleviamo inoltre alcune razze bovine, tra cui la famosa “Chianina”, la “Podolica”, la “Maremmana” anch’esse allo stato brado e semibrado ed un piccolo allevamento di asini dell’Amiata in purezza. La presenza di alcuni cavalli e muli, completano il panorama dell’ allevamento. Le nostre api (specie “Ligustica Mellifica”) ci danno modo di produrre dell’ottimo miele di Acacia, Castagno e Millefiori, ognuno con proprie caratteristiche, peculiarità e sapore. Maiali, conigli, polli, e galline ruspanti, danno un tocco di sapore antico alle ricette eseguite nel punto ristoro. Anche le gustosissime uova, rendono le nostre paste all’ uovo un prodotto prelibato che ricorda le ricette delle nostre nonne. Infine un grande orto ci permette di servire sulla tavola una varietà di verdure fresche nelle diverse stagioni dell’anno..

Formaggi

I nostri formaggi ovini come la caciotta romana, la ricotta, il pecorino o il primo sale, vengono tutti prodotti artigianalmente.
Form01Il latte, per la maggior parte munto a mano, viene poi filtrato e conservato a temperatura controllata quindi travasato in un paiolo e riscaldato fino a circa 37° C.
A questo punto, dopo l’aggiunta di caglio, viene portato a coagulazione.
Si provvede poi a rompere manualmente la cagliata, riscaldata ulteriormente, per ottenere così formaggi a pasta pressata semicotta o cotta.La successiva operazione di sgrondo e formatura avviene mediante l’estrazione della cagliata dall’alto e la distribuzione in apposite forme o stampi.Il siero rimasto, portato ad una temperatura di circa 80° C, viene utilizzato per la produzione della ricotta la cui raccolta avviene a mano. Ricotte e caciotte vengono conservate in fresco mentre i formaggi a pasta cotta vengono salati e lasciati ad un periodo di maturazione e conservazione.

Produzione miele

La produzione del miele (smielatura) viene effettuata una volta o al massimo due nell’arco dell’anno solare, considerando le varietà botaniche di maggior rilievo come la robinia, il castagno ed in secondo ordine il millefiori che daranno i mieli tipici del nostro territorio, nei mesi di giugno e luglio in particolare.
Si procede iniziando con il recupero dei melari dall’alveare ed il trasporto e la disopercolatura dei favi nel banco disopercolatore.
Si estrae poi il miele per forza centrifuga in apposito smielatore manuale o elettrico, raccogliendo il miele grezzo in contenitori per alimenti.
La filtrazione avviene manualmente per gravità, travasando e conservando in appositi maturatori inox.
Il confezionamento avviene poi in barattoli in vetro con tappo a vite.

FESTIVITÀ E FOLKLORE A CAVE
S. Lorenzo e la Madonna del Campo sono i Santi Protettori di Cave a cui viene reso omaggio con grandiosi festeggiamenti. Sagra della Castagna lungo le vie del paese; l’ultima settimana di ottobre si festeggia la ricorrenza a ricordo della produzione del “marrone”, rinomata un tempo a Cave, ma soprattutto famosa per la sua esportazione in Francia dove veniva prodotto dell’ottimo “marron glacé.
Ancora il marrone di Cave è uno tra i migliori d’Italia. Venerdì Santo di Pasqua con la Rievocazione storico-religiosa della tragedia del Golgota con processione e quadri viventi in costumi d’ epoca (dal 1879).
Rievocazione storica del Trattato di Pace di Cave del 1557: 13 e 14 settembre. Corteo storico in costumi rinascimentali per la rievocazione del Trattato di Pace di Cave del 1557 e Palio della Pace ( gara tra arcieri e balestrieri abbinati alle sette antiche contrade di Cave), con menù rinascimentale (manifestazione organizzata per la prima volta nel 1996).

Il nostro punto ristoro consta di ben 120 coperti in ambiente caldo e rustico dove potrete gustare piatti tipici e genuini come gli gnocchi a “coda de soreca”, gnocchi di patate, polenta, formaggi e dolci per la maggior parte di nostra produzione.
Per gruppi, famiglie e scolaresche attraverso un’esperienza diretta sarà possibile imparare a fare dolci, impastare il pane, lavorare il formaggio, fare il sapone, seminare nell’orto, raccogliere i frutti della terra, per non dimenticare i valori e i mestieri della nostra tradizione. Un’ampia piscina è disponibile a pochi metri dal casale, nel nostro parco ad esclusivo uso degli ospiti dell’agriturismo. Passeggiate a dorso d’ asino, lungo sentieri naturalistici e boschi di castagni;
trattasi di asini di razza Miccio Amiatino da noi allevati. Programmi didattici, per gruppi di bambini ai quali verranno illustrate le fasi lavorative e di raccolta in campagna delle olive, la semina, la produzione di miele e formaggio, come si trasforma il grano in pane.

Altri servizi di cui potranno usufruire i nostri ospiti:
– Locale lavanderia e stenditoio in comune.
– Parco giochi per bambini.
– Area barbecue e forno a legna.
– Maneggio per equitazione e per passeggiate a dorso d’asino
Si organizzano rinfreschi, banchetti e serate a bordo piscina
Preventivi personalizzati per le vostre occasioni.
Siamo aperti tutti i giorni dal martedì alla domenica.
Chiusura: Domenica sera e lunedì (aperto solo su prenotazione)